29/09/07

UDEUR - Clemente Mastella

EX PRESIDENTE DI GRAZIA E GIUSTIZIA


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Lo rovino. A partire dalla giustizia
"Allora hai capito o no? O ci danno una cosa o non esiste più per me Bassolino. Perché gli faccio un mazzo quadrato che non hai neanche idea. A partire dalla giustizia... Perché io so i cazzi come stanno. Glielo spieghi ad Andrea?". È una delle telefonate chiave nell'inchiesta sui coniugi Mastella. Il primo dicembre 2006 l'allora Guardasigilli chiama il consuocero Carlo Camilleri, che ha il cellulare sotto controllo. Discutono della poltrona che sarebbe stata sottratta all'Udeur. Ed è lì che il ministro in carica pronuncia quella frase che di politico ha molto poco. Per i pubblici ministeri che hanno sostenuto l'accusa, l'aspetto più inquietante è quel "A partire dalla giustizia": non può entrarci il dicastero romano, estraneo agli assetti di potere campani.

E allora? C'è dietro una minaccia sull'uso di segreti da riferire agli uomini di Bassolino, a quell'Andrea individuato dagli inquirenti nell'assessore Andrea Cozzolino, braccio destro del governatore? È questa l'ipotesi presentata davanti al Tribunale della Libertà, quella dell'estorsione in cui la politica è solo in secondo piano rispetto agli interessi. Una ricostruzione accolta dai magistrati del Riesame. In tutta la telefonata Clemente Mastella è infuriato: "Incazzato nero. Perché mentre Clemente li difendeva tu gli fai...". Il leader dell'Udeur studia il colpo subìto alla Regione Campania con la nomina al vertice delle case popolari di Benevento di un uomo designato dai Ds. Analizza il comportamento dei suoi assessori. Camillieri li accusa di "averlo preso per il culo. Tutti quanti. Antonio Fantini e anche Fernando Errico ci hanno pigliato per il culo". Mastella replica: "Ma cosa vietava al signor Nocera di chiamarmi... Me lo devi spiegare Carlo. Per i cazzi suoi mi chiama diecimila volte".

Il ministro sembra temere il complotto
, avverte il consuocero: "Si sono messi d'accordo pure loro. Attento". Anche per questo decide di contrattaccare. Chiede ai suoi una prova di fedeltà, mettendo alle corde il governo regionale di centrosinistra: "Carlo, tu chiami a loro se no per martedì è crisi di giunta". E ancora: "Io dico o questo o siamo costretti a dimetterci... Anche sul piano sanitario faccio finta di nulla... Loro non ci rappresentano... L'Udeur non è più in giunta".

A un certo punto tira in ballo anche Sandro De Franciscis, presidente della Provincia di Caserta e cugino acquisito del procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere. "Noi per fare questa assenza stiamo perdendo pure a coso... a De Franciscis". Che infatti poi è passato dall'Udeur al Pd. Ed è diventato bersaglio dello scontro tra il ministro già dimissionario e il capo degli inquirenti capuani. Molto più sintetiche le telefonate tra Mastella e Vincenzo Lucariello, l'uomo che seguiva le cause nei Tribunali amministrativi. È paradossale, ma era Lucariello a informare il ministro del buon esito delle cause che stavano a cuore al consuocero o al sistema di potere dell'Udeur.

Il 4 maggio parla del procedimento sul Comune di Limatola: "È tutto a posto, è stato respinto il ricorso. La sentenza sarà pubblica tra quattro o cinque giorni". E Clemente replica: "Va bene". Il 21 maggio parlano della comunità montana del Taburno: "È andata benissimo... È stata disposta l'integrazione e l'aggiornano. Se domani mandi qualcuno". Mastella risponde: "Benissimo, ok. Grazie! Lo dico a Franco allora che viene da voi". (31 gennaio 2008, Espresso)

Le ragioni per cui Mastella vuole andare alle urne, sono ovvie ormai. Mastella a colloquio con Marini: "Prima si vota meglio è - dice l'ex ministro della Giustizia - vogliono fare una legge elettorale a favore di qualcuno". Poi ha aggiunto: "Visto che mi vogliono arrestare è bene farle le elezioni, se qualcuno mi vota ho qualche garanzia". (La Repubblica, 31 gennaio 2008)

Il Giudice per le Indagini Preliminari dott.Francesco CHIAROMONTE Visti gli atti del procedimento indicato in epigrafe nei confronti di: ...
19. MASTELLA CLEMENTE, nato a Ceppaloni il 5 febbraio 1947
...
Viste le seguenti imputazioni contenute nella richiesta cautelare:

MASTELLA Clemente
2) del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416 c.p. (concorso esterno in associazione a delinquere, ndr), perché, in qualità di Segretario nazionale del partito politico UDEUR, senza aver preso parte all'associazione di cui al capo che precede, esercitando un potere di controllo sulle attività degli Enti pubblici e locali ricadenti nel territorio della Campania e, comunque, su quelli in cui figurava lo presenza di esponenti politici del suo partito, offriva un contributo concreto, specifico, consapevole e volontario alle finalità dell'associazione. In particolare, consapevole delle iniziative intraprese dal Camilleri e dai suoi complici nella realizzazione degli illeciti associativi, indicando prevalentemente al Camilleri ovvero ad altri suoi fidati collaboratori e compagni di partito le persone a cui rivolgersi a suo nome per ottenere la facilitazione della realizzazione di tali illeciti nonché nel fornire il proprio ''nulla osta” all'inizio dell'azione criminosa dell'associazione e nel prefigurare agli associati le strategie comuni da adottare per consolidare sul territorio il potere del partito politico UDEUR, consentiva alla associazione per delinquere in questione di rafforzarsi e di conservare il suo potere di intervento sulle pubbliche amministrazio: con ciò fornendo un apporto diretto alla realizzazione - anche parziale - delle finalità della associazione. Nelle Province di Caserta, Benevento, Salerno, Avellino e Napoli: con condotta attualmente permanente
... (Link)

Storia di un giornale di partito e di una "bella famiglia come le altre", raccontata dal Direttore del Corriere d'Italia, Mauro Montanari

Il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo hanno due figli, Elio e Pellegrino. Pellegrino è sposato a sua volta con Alessia Camilleri. Una bella famiglia come le altre, ma con qualcosa in più. Per sapere cosa, partiamo dal partito di Clemente che, come i più informati sanno, si chiama Udeur. L’Udeur, in quanto partito votato dall’1,4% degli italiani adulti, ha diritto ad un giornale finanziato con denaro pubblico. Si chiama "Il Campanile", con sede a Roma, in Largo Arenula 34. Il giornale tira circa cinquemila copie, ne distribuisce 1.500, che in realtà vanno quasi sempre buttate. Lo testimoniano al collega Marco Lillo dell’Espresso, che ha fatto un’inchiesta specifica, sia un edicolante di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal parlamento, sia un’altro nei pressi di Largo Arenula. Dice ad esempio il primo: "Da anni ne ricevo qualche copia. Non ne ho mai venduta una, vanno tutte nella spazzatura!". A che serve allora -direte voi- un giorna-le come quello? Serve soprattutto a prendere contributi per la stampa. Ogni anno Il Campanile incassa un milione e 331mila euro. E che farà di tutti quei soldi, che una persona normale non vede in una vita in-tera di lavoro? insisterete ancora voi. Che fara?
Anzitutto l’editore, Clemente Mastella, farà un contratto robusto con un giornalista di grido, un giornalista con le palle, uno di quelli capace di dare una direzione vigorosa al giornale, un opinionista, insomma. E così ha fatto. Un contratto da 40mila euro all’anno. Sapete con chi? Con Mastella Clemente, iscritto regolarmente all’Ordine dei Giornalisti, opinionista e anche segretario del partito. Ma è sempre lui, penserete. Che c’entra? Se è bravo… non vogliamo mica fare discriminazioni antidemocratiche. Ma andiamo avanti.
Dunque, se si vuol fare del giornalismo serio, bisognerà essere presenti dove si svolgono i fatti, nel territorio, vicini alla gente. Quindi sarà necessario spendere qualcosa per i viaggi. Infatti Il Campanile ha speso, nel 2005, 98mila euro per viaggi aerei e trasferte. Hanno volato soprattutto Sandra Lonardo Mastella, Elio Mastella e Pellegrino Mastella, nell’ordine. Tra l’altro, Elio Mastella è appassionato di voli. Era quello che fu beccato mentre volava su un aereo di Stato al gran premio di Formula Uno di Monza, insieme al padre, Clemente Mastella, nella sua veste di amico del vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli. Ed Elio Mastella, che ci faceva sull’aereo di Stato? L’esperto di pubbliche relazioni di Rutelli, quello ci faceva! Quindi, tornando al giornale. Le destinazioni. Dove andranno a fare il loro lavoro i collaboratori de Il Campanile? Gli ultimi biglietti d’aereo (con allegato soggiorno) l’editore li ha finanziati per Pellegrino Mastella e sua moglie Alessia Camilleri Mastella, che andavano a raggiungere papà e mamma a Cortina, alla festa sulla neve dell’Udeur. Siamo nell’aprile del 2006. Da allora -assicura l’editore- non ci sono più stati viaggi a carico del giornale. Forse anche perché è cominciata la curiosità del magistrato Luigi De Magistris, sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, il quale, con le inchieste Poseidon e Why Not, si avvicinava ai conti de Il Campanile.
Ve lo ricordate il magistrato De Magistris? Quello a cui il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, mandava tutti quei controlli, uno ogni settimana, fino a togliergli l’inchiesta? Ve lo ricordate? Bene, proprio lui!
Infine, un giornale tanto rappresentativo deve curare la propria immagine. Infatti Il Campanile ha speso 141mila euro per rappresentanza e 22mila euro per liberalità, che vuol dire regali ai conoscenti. Gli ordini sono andati tra gli altri alla Dolciaria Serio e al Torronificio del Casale, aziende di Summonte, il paese dei cognati del ministro: Antonietta Lonardo (sorella di Sandra) e suo marito, il deputato Udeur Pasquale Giuditta.
Ma torniamo un attimo agli spostamenti. La Porsche Cayenne (4000 di cilindrata) di proprietà di Pellegrino Mastella fa benzina per duemila euro al mese, cioè una volta e mezzo quello che guadagna un metalmeccanico. Sapete dove? Al distributore di San Giovanni di Ceppaloni, vicino a Benevento, che sta proprio dietro l’angolo della villa del Ministro, quella con il parco intorno e con la piscina a forma di cozza. E sapete a chi va il conto? Al giornale Il Campanile, che sta a Roma. Miracoli dell’ubiquità.
La prossima volta vi racconto la favola della compravendita della sede del giornale. A quanto è stata comprata dal vecchio proprietario, l’Inail, e a quanto è stata affittata all’editore, Clemente Mastella. Chi l’ha comprata, chiedete? Due giovani immobiliaristi d’assalto: Pellegrino ed Elio Mastella.

Mauro Montanari-Corriere d'Italia

Un piccolo stralcio dall'articolo di Massimo Giannini su Repubblica di oggi 22-01

"In qualunque altro Paese dell'Europa moderna una maggioranza cade in Parlamento, per una rottura politica che gli elettori capiscono, e di cui comprendono le ragioni. Solo in Italia il leader di un piccolo partito può annunciare la fine di una maggioranza politica in una conferenza stampa, e poi nel solito salotto di Porta a porta. Senza prima spiegare alle Camere le sue motivazioni, e senza rendere conto all'opinione pubblica delle sue decisioni.

La "rupture" di Clemente Mastella è il gesto irresponsabile di un ministro Guardasigilli che, colpito da una pesante e non del tutto convincente inchiesta della magistratura, ha trasformato se stesso in un martire, mai abbastanza "protetto" dai suoi stessi alleati. E fingendo di immolare se stesso sull'altare della persecuzione giudiziaria, ha finito per sacrificare il governo sull'altare della convenienza politica. Forse l'ha fatto per evitare comunque le forche caudine del referendum, come lasciano pensare le mosse dell'Udeur successive al via libera della Consulta ai quesiti. O forse l'ha fatto perché ha già in tasca un accordo con Berlusconi, come lascia sospettare la sua pretesa, del tutto irrituale, di ottenere "la crisi di governo e le elezioni anticipate".

16/1 2008: "MI DIMETTO PER IL SENSO DELLO STATO





INDAGATO, AMICO DI MAFIOSI E INDAGATI

Molto discussi sono i trascorsi rapporti di amicizia con l'ex-presidente del consiglio comunale di Villabate e condannato per mafia Francesco Campanella. Rapporti tanto stretti che Mastella fu testimone delle nozze di Campanella. Alle stesse nozze fu testimone anche il presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Altre critiche gli vengono mosse accusandolo di nepotismo; infatti in parlamento siedono diversi membri della sua famiglia (moglie e figli) tutti inseriti nelle liste del suo partito UDEUR.
All'inizio del febbraio 2007 egli viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del Napoli Calcio, dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli. L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era membro a tutti gli effetti del consiglio di amministrazione della Società di cui era, tra l'altro, vicepresidente. (Wikipedia)

l ministro della giustizia Clemente Mastella ha chiesto al Csm il trasferimento cautelare di ufficio per il pm di Catanzaro Luigi De Magistris e del procuratore Capo Mariano Lombardi. (Rai News 24 ore, 21/9 2007)


Sto seguendo per Annozero la vicenda che coinvolge un magistrato della procura della repubblica del capoluogo calabrese, Luigi de Magistris, e il ministro più amato dagli elettori del centrosinistra, Clemente Mastella. E' incredibile quello che sta succedendo qui. C'è una regione, anzi due regioni che si stanno mobilitando a favore del pubblico ministero, titolare di numerose inchieste che riguardano la corruzione e che vede protagonisti pezzi della magistratura, delle istituzioni, faccendieri e imprenditori.
(Sandro Ruotolo, 28/9 2007)

Clemente Mastella e Saladino sono amici

Lunedì 8 ottobre il Consiglio superiore della magistratura deciderà se trasferire il sostituto Luigi De Magistris dalla Procura di Catanzaro. Nell'attesa, l'atmosfera è pesante per tutti. E lo sarà ancora di più per una vicenda che vanta tra i protagonisti sia il ministro della Giustizia Clemente Mastella (cioè colui che ha chiesto di allontanare De Magistris), sia l'ex capo della Compagnia delle opere in Calabria Antonio Saladino: principale indagato del pm De Magistris nell'inchiesta 'Why not' sullo scippo dei fondi pubblici, ma anche manager smaliziato che al telefono si rivolge a Mastella con un amichevole "Clemente", ricevendo in cambio un affettuoso "Tonì". (L'Espresso, 4 ottobre 2007)

Le accuse all'Espresso.

Oggi il settimanale pubblica un servizio in cui si parla di una convenzione firmata da Mastella, dal sottosegretario all'interno Marco Minniti e dal prefetto Luigi De Sena, grazie alla quale sarebbero state assunte presso il tribunale due persone legate al principale indagato dell'inchiesta di De Magistris. "Ho pronta una querela che costerà qualche miliarduccio - attacca il Guardasigilli - perché quelle 60 assunzioni interinali nei tribunali della Calabria sono state decise dal prefetto e non da me". L'Espresso però conferma il contenuto dell'articolo, e dichiara di aspettarsi che il ministro "mantenga l'impegno preso in conferenza stampa" di dimettersi, se le notizie che lo riguardano risultassero veritiere.
(La Repubblica, 5/10 2007)

Mastella é indagato in "Why Not" secondo Libero

Il nome del ministro agli atti dell'inchiesta "Why not". Nelle ultime ore conferme "ufficiose" dalla Procura Catanzaro, Mastella indagato "Accuse ignobili e ridicole"
Le ipotesi di reato: abuso d'ufficio e violazione della legge sulle associazioni segrete
Il Guardasigilli: "Sto tranquillo perché sono una persona perbene"
CATANZARO - Il ministro della Giustizia Clemente Mastella risulterebbe iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Catanzaro fin dallo scorso 14 ottobre nell'ambito dell'inchiesta "Why Not". "Lo apprendo da notizie giornalistiche - dice il Guardasigilli - se così è, dichiaro di attendere serenamente gli sviluppi di questa situazione". La notizia era stata diffusa dal quotidiano Libero. Fonti della Procura confermano "in maniera ufficiosa", visto che le iscrizioni nei registri degli indagati sono coperte da segreto. L'iscrizione, tra l'altro, non comporta alcuna comunicazione all'interessato. "Non intendo rilasciare alcuna dichiarazione" taglia corto il procuratore vicario della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Murone. Libero, riferendo della possibile indagine su Mastella, parla di "tam tam nel Palazzo" e di fonti che parlano "di un riferimento con la posizione di Saladino e alle intercettazioni telefoniche". L'inchiesta "Why not" è la stessa in cui risulta indagato il presidente del Consiglio Romano Prodi e che ha portato alla richiesta di azione disciplinare per il pubblico ministero che la coordina, il sostituto procuratore Luigi De Magistris.

Le ipotesi di reato. Abuso di ufficio e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete: queste le ipotesi di reato per cui Mastella risulterebbe indagato.

L'indagine. Il 18 giugno scorso l'indagine era sfociata nell'emissione di 24 avvisi di garanzia ad esponenti politici del centrosinistra e del centrodestra, al capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza e ad alcuni imprenditori. Al centro dell'inchiesta, gli intrecci fra un presunto comitato d'affari che gestiva fondi europei ed una loggia massonica con sede a San Marino.

Il coinvolgimento di Mastella. Il coinvolgimento del Guardasigilli nell'inchiesta sarebbe motivato dai suoi presunti rapporti con l'imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e personaggio centrale dell'inchiesta. L'indagine, infatti, ruoterebbe attorno alla vasta attività imprenditoriale di Saladino, titolare in passato di una società di lavoro interinale denominata "Why Not". Agli atti figurano, tra l'altro, intercettazioni di colloqui telefonici tra Mastella e Saladino.

"Io sono una persona perbene e pulita". E' stato questo l'unico accenno all'inchiesta di Catanzaro che Mastella ha fatto nel corso del suo intervento al congresso regionale umbro dell'Udeur, a Terni. Ai colleghi di partito che gli esprimevano solidarietà, il ministro ha detto: "L'appello che uno deve fare, è solo alla propria coscienza e alla propria serenità. Dovete solo stare tranquilli e siate orgogliosi di me perché sono una persona perbene e pulita".

"Accuse ignobili e ridicole". "E' soltanto infamante, ignobile e ridicolo, oltrechè evidentemente menzognero, pensare che io sia o sia mai stato iscritto a logge massoniche o associazioni segrete, e adirò le vie legali con ampia facoltà di prova a chiunque associ la mia persona a fatti del genere". Il ministro Guardasigilli si dice poi "tranquillo", una "tranquillità" che "deriva dal fatto di essere completamente estraneo alle vicende per le quali mi si muoverebbe addebito". Per questo, continua, "ribadisco, come ho avuto modo di ripetere a più riprese, di non essere mai stato iscritto a nessuna loggia massonica, né in Italia né all'estero, e di non aver mai partecipato a comitati d'affari o a singoli affari, come testimonia la mia trentennale vita pubblica e parlamentare nella prima, nella seconda e spero anche nella terza Repubblica". (La Repubblica, 19/10 2007)

Tolta l'inchiesta a De Magistris.

La decisione dopo che si è appreso dell'iscrizione di Mastella nel registro degli indagati
"Incompatibilità" per il magistrato del quale il Guardasigilli ha chiesto il trasferimento
Il pm: "E' la fine dello Stato di diritto" La reazione: "A rischio l'indipendenza della magistratura. Un fatto di una gravità inaudita"
CATANZARO - La Procura generale di Catanzaro ha avocato l'inchiesta "Why Not" sul presunto uso illecito di finanziamenti pubblici di cui era titolare il pm Luigi De Magistris. Nell'inchiesta sono coinvolti, tra gli altri, il presidente del consiglio Romano Prodi e il ministro della Giustizia Clemente Mastella - iscritto nel registro degli indagati - che ha chiesto il trasferimento di De Magistris. Il pm ribatte battagliero: "Ci avviamo al crollo dello stato di diritto, registrandosi la fine dell'indipendenza e dell'autonomia dei magistrati quale potere diffuso. E' un fatto di una gravità inaudita.

De Magistris: "Motivazione inconsistente". Il magistrato ha detto di essere in attesa di conoscere le motivazioni formali, "ma se la motivizione è quella dell'incompatibilità perché risulta indagato il ministro Mastella, è assolutamente inconsistente in fatto e in diritto, perché non esiste che con questo tipo di motivazione si possa togliere un'indagine di questo tipo, ci sono precedenti a pioggia nella giurisprudenza italiana. Aspetto che il provvedimento mi venga notificato per esercitare tutti i diritti previsti dall'ordinamento democratico ed attendo di sapere se ci sono ancora le condizioni per fare il lavoro di magistrato in Calabria e nel Paese".

I motivi. L'avocazione è stata disposta dal procuratore generale facente funzioni, Dolcino Favi, e sarebbe stata motivata da una presunta incompatibilità di De Magistris legata alla richiesta di trasferimento cautelare d'ufficio che è stata fatta nei suoi confronti da Mastella.

Un caso di incompatibilità. Nel caso specifico, sarebbe stata ravvisata un'incompatibilità nel procedimento da parte di De Magistris proprio per il coinvolgimento del Guardasigilli. La situazione che si è determinata dopo la richiesta di trasferimento, secondo quanto si è appreso, avrebbe dovuto imporre l'astensione da parte del pm. Poiché l'astensione non c'è stata, e il capo dell'ufficio non ha provveduto alla sostituzione del magistrato titolare dell'inchiesta, il procuratore generale ha provveduto all'avocazione applicando il Codice di procedura penale.

Mastella: "Ho la coscienza tranquilla". La scelta del procuratore generale giunge dopo che si è appreso che il ministro della Giustizia è stato iscritto nel registro degli indagati. Notizia che non ha tolto la serenità a Mastella, che ripete di avere "la coscienza tranquilla" pur dicendosi "amareggiato", soprattutto per il danno all'immagine del Paese. Comunque, il ministro è deciso a rimanere al suo posto di fronte ad accuse "assurde": "Quando mi spiegheranno le tangenti che ho preso, sarò io a prendere la valigia". (La repubblica, 20 ottobre 2007)

"Mi tolga di dosso gli schizzi di fango"

Clemente Mastella torna a rilanciare sulla crisi di governo e a difendersi sul caso De Magistris all'indomani della avocazione da parte della Procura generale delle indagini "Why Not" condotte finora dal pm per il quale lo stesso ministro (che risulta indagato) ha chiesto il trasferimento al Csm. "Sono io a volere che l'inchiesta vada avanti con celerità, non ho alcuna difficoltà, voglio che vada avanti e mi tolga di dosso gli schizzi di fango che mi sono arrivati - ha detto il ministro della Giustizia - non invocherò cavilli. Potrei invocare il fatto che, essendo parlamentare, appena visto che c'era il mio nome nel tabulato dovevano interrompere e chiedere l'autorizzazione. Ma non mi appellerò a questo". ... Non risparmia una risposta anche al magistrato che, dopo aver perduto l'inchiesta, ha detto di temere per la sua sicurezza. "Quanto ai toni esasperati, il tritolo eccetera, quasi che qualcuno di noi o qualcuno legato a bande possa mandar tritolo, stesse tranquillo", ha detto Mastella. E ancora: "Mi ha iscritto scientemente perché sapeva che iscrivendomi gli veniva tolta l'inchiesta e diventava un eroe nazionale. Probabilmente voleva dare l'idea che è molto più facile esaltarsi nel dire 'mi hanno tolto la cosa'". (La Repubblica, 21/10 2007)

ROMA - Clemente Mastella è stato iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di reato di abuso d'ufficio, finanziamento illecito dei partiti e truffa nell'ambito dell'inchiesta "Why Not". Le ipotesi di reato sono le stesse già formulate a Catanzaro dal pm Luigi De Magistris prima che l'inchiesta gli venisse tolta con l'avocazione da parte della Procura di Catanzaro.

Gli atti (che riguardano, secondo quanto si apprende, la sola posizione del Guardasigilli e dei personaggi collegati alle ipotesi di reato prese in esame, e non anche quella di Romano Prodi) sono arrivati in mattinata alla Procura di Roma per essere esaminati dal capo dell'ufficio Giovanni Ferrara, che poi dovrà trasferirli con richieste al Tribunale dei ministri. Per il momento la vicenda è seguita in prima persona dallo stesso Ferrara.

In un messaggio, Mastella afferma che comunque continuerà a lavorare con serenità: "Non sono rimasto indifferente ai messaggi di solidarietà che da più parti, ad iniziare dalle più alte cariche istituzionali, mi sono giunti dopo l'ennesima lettera di minaccia che, certo, potevo aspettarmi, ma mi ha lasciato profondamente amareggiato", scrive. E ribadisce la necessità di "abbassare i toni della polemica e dello scontro perché la vita delle istituzioni di questo Paese possa continuare a rendere un servizio reale a tutti i cittadini. Continuerò a lavorare con serenità, determinazione e trasparenza come Guardasigilli e esponente politico della maggioranza".

Poi, all'indomani della puntata di Annozero, una sollecitazione ai giudici a rispettare la legge e
i loro doveri deontologici, senjza cercare il "consenso della piazza", perché "oltre questo confine non c'è più la giustizia quale noi conosciamo e vogliamo". Mastella sottolinea il "valore costituzionale della soggezione del giudice alla legge", in assenza della quale "viene messa a rischio l'indipendenza della magistratura". La soggezione del giudice "solo alla legge, privata del muro di cinta costituito dal rispetto delle regole deontologiche, scolorirebbe fino a dissolversi consegnando prima i singoli magistrati e poi l'intero ordine giudiziario, non più alla garanzia indefettibile dell'autogoverno, ma alla perniciosa ricerca del consenso della piazza".

Intanto l'agenzia Adnkronos rende pubblica una lettera inviata il 23 ottobre da Franco Marini a Mastella, nella quale il presidente del Senato, in merito all'iscrizione di Mastella nel registro degli indagati, informa di aver scritto ai vertici della procura di Catanzaro "al fine di avere garanzie che siano state pienamente rispettate le norme di cui all'articolo 68 della Costituzione e quelle di attuazione di detto articolo, con particolare riferimento alla legge 140 del 2003". (Repubblica 26 ottobre 2007)

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