“La mafia ha mafiosizzato l'Italia, ognuno può verificarlo da solo nella sua vita quotidiana, se soltanto ha il coraggio o la disperazione intellettuale per tenere gli occhi aperti. “
Trovo queste parole a pag 112 del libro di Oliviero Beha “Come resistere nella palude di ITALIOPOLI”. Un libro che, oltre che denunciare fatti e situazioni che onestamente cominciano a nauseare per la loro ripetitività, impudenza ed arroganza, indica anche come cogliere i segnali di nuove resistenze che appaiono sempre più numerose sotto forma delle migliaia di associazioni, gruppi, movimenti, comitati ecc, una società civile che, come dice Beha, “ si rende conto del precipizio e fa resistenza, è lì sul ciglio del baratro e non si vorrebbe far spingere dai sicari di mandanti che sono invece ben saldi su, a modo loro.”
Nuove resistenze che pur essendo numerose sono però disperse in tanti rivoli e fanno fatica a riunirsi e collegarsi... però ci sono ed è da questa società civile dispersa e arrabbiata che bisogna ripartire se si vuole cercare di dare una risposta a quel “Che fare?” che è il nodo ultimo di ogni politica.
E ancora vorrei aggiungere, a proposito di mafia e di Stato il link alla splendida lettera che Francesco Cipriani – lo studente indicato dal Ministro Amato come “piccolo populista” - scrisse come risposta al ministro dopo l'incontro del 23 maggio 2007 a Palermo
Nessun commento:
Posta un commento