20/09/11

Cuffaro "La sorpresa per un politico in cella"


Entrando in Rebibbia, Cuffaro pronunciò quel suo mantra "Sono sereno", forse sperando nella  "Divina Provvidenza" che lo liberasse da ogni "buffonata", parola usata da Cuffaro in precedenza. Sereno, lo era prima quando era sotto processo. Sereno lo era il primo giorno. Ma adesso?  “ho perso venti chili...”(Il Tempo, 14/7 2011)


"La reazione più sorprendente alla triste vicenda di Cuffaro è la nostra sorpresa nel vederlo entrare in carcere. L’ex governatore della Sicilia riceve attestati di rispetto per aver preso la strada di Rebibbia. Tutto questo poche ore dopo la conferma della sua condanna in Cassazione, ma in qualunque Paese normale un gesto del genere sarebbe apparso semplicemente come un dovere. Anzi, la gente si sarebbe aspettata le dimissioni dalle cariche pubbliche molto prima. Perché, invece, in Italia restiamo quasi a bocca aperta davanti al politico che va in prigione?" (Il Corriere Blog, 23/1 2011)


"L'ex governatore della Sicilia deve scontare sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra" (Il Corriere della Sera, 11/1 2011)

"I giudici della corte di appello di Palermo - con la sentenza emessa il 23 gennaio 2010, che ha innalzato da cinque a sette anni la condanna a Cuffaro con l’accusa di mafia - hanno provato l’esistenza dell’accordo «politico mafioso» tra «il capomandamento Guttadauro Giuseppe e Salvatore Cuffaro, e la consapevolezza di quest’ultimo di agevolare l’associazione mafiosa, inserendo nella lista elettorale per le elezioni siciliane del 2001 persone gradite ai boss e rivelando, in più occasioni, a personaggi mafiosi l’esistenza di indagini in corso nei loro confronti." (Il Corriere del Mezzogiorno, 11/1 2011)





"In un comunicato congiunto Pier Ferdinando Casini e Marco Follini si dicono «umanamente dispiaciuti per la condanna di Totò Cuffaro» ed esprimono «rispetto per la sentenza, come è doveroso in uno Stato di diritto e tanto più da parte di dirigenti politici. Ma, non rinneghiamo tanti anni di amicizia e resta in noi la convinzione che Cuffaro non sia mafioso»."  (Il Corriere della Sera, 11/1 2011)


"Fin dall'autunno del 1991 quando era in platea a Samarcanda in staffetta col Costanzo Show e tanto urlò e strepitò che Michele Santoro gli porse il microfono. Al che, lui, aggiustata la cravatta, protestò che eran tutte «buffonate» e che era «in atto una volgare aggressione alla classe dirigente migliore della Dc in Sicilia» e che quello era un «giornalismo mafioso» che faceva «più male alla Sicilia che dieci anni di delitti»." (Il Corriere della Sera, 27/1 2008)


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