13/10/07

Cosí funziona la giustizia



Santoro: Il famoso immigrato che si trova senza documento.

Bruno Tinti: Noi abbiamo trovato una soluzione a Torino. Io sono Procuratore aggiunto a Torino. Quando l'immigrato viene fermato gli prendono le impronte digitali, gestiamo il processo come tutti gli altri. Quando l'immigrato per qualche motivo viene fermato ma non gli prendono le impronte digitali, mettiamo il processo da parte. Perché fare un processo in quel caso significa fare il processo a un fantasma. Lui dice di chiamarsi Ali-Ben Mohammed. L'hanno fermato e gli hanno chiesto i documenti. Lui i documenti non ce l'ha. Qui c'é tutta una discussione giuridica che poi il diritto va a annidarsi nelle pieghe piú incredibili anche nei casi in cui probabilmente non lo meriterebbe. Se uno i documenti non ce l'ha puó essere accusato di rifiutarsi di dare i documenti? Comunque sembra di si. E quindi la volante che lo ha fermato, credo che a Torino ce ne siano dieci che girano durante la notte, se lo porta in Questura. Lí riempie un sacco di foglietti, poi, certe volte gli pigliano le impronte digitali, certe volte no. Dopo di che Ali-Ben Mohammed se ne va per i fatti suoi, la volante ha finito il turno, forse potrá impiegarlo meglio dico io. Ma in ogni modo ha lavorato per Ali-Ben Mohammed e la mattina dopo io mi trovo una serie di notizie di reato, si chiama in gergo tecnico. ... Li divido in due mucchietti: uno si fa e l'altro non si fa. Quello che non si fa tutto sommato ci porta poco danno. Richiederá comunque al nostro personale amministrativo la registrazione che significa una serie di adempimenti al computer peró poi ci fermiamo lí. Quello che si fa é incredibile perché non abbiamo un tizio che, tanto se n'è andato, forse persino fuori d'Italia. Comunque quando lo riprenderemo non si chiamerá piú Ali-ben Mohammed e sará identificato se quella volta il controllo glielo fanno solo grazie alle impronte digitali. Comunque questo signore per il momento non c'è. Noi non possiamo fargli il cosí detto decreto penale che dovrebbe essere un modo rapido di fare il processo. Poi rapido non é per niente. Ma insomma é un modo un pó meno lungo degli altri. Perché? Perché non ha una residenza. Non sappiamo dove prenderlo. La richiesta di decreto penale presuppone che questo tizio sia reperibile. Ma lui reperibile non é. E quindi dobbiamo attivare una procedura che é identica alla procedura che attiviamo per un omicidio. Tale quale. Lo stesso processo che si usa fare per un omicidio si usa per Ali-Ben Mohammed che gira senza documenti. Quindi dobbiamo prendere questo striminzito fascicolo e dopo aver fatto tutte le annotazioni , depositarlo in segreteria a disposizione di un'avvocato d'ufficio, il quale dopo venti giorni potrebbe anche, per fortuna non succede, chiedere una serie di adempimenti. E poi, finito tutto questo, lo possiamo mandare in tribunale. Tempi per tutto questo a Torino che ... "


Interruzione di Santoro con commenti sui tempi a Torino e Bruno Tinti riparte.

"Prima che, dal giorno in cui il fascicolo é arrivato a noi, vada via dalla procura, sono passati tre anni e mezzo. Ma noi abbiamo fatto subito il provvedimento. Abbiamo giá scritto "si ... in cancelleria Ali-Ben Mohammed imputato del reato dell'articolo sei", etc etc etc. Poi va peró registrato, va notificato e va mandato in tribunale. Tutto questo, siccome c'é un arettrato omicidiale, richiede in media tre anni e mezzo. Quando arriva in tribunale non é che lo processano subito. Lo mettono in coda con tutti gli altri. Quant'é lunga questa coda, lei lo puó giudicare da un fatto molto semplice. Noi trattiamo come procura 30 000 all'anno, cioé mandiamo al tribunale di Torino 30 000 processi. Il tribunale ogni anno ne fa 7 000. Quindi é evidente che ogni anno se ne riempie un pezzo di piú. Attualmente, un processo mandato oggi in tribunale, verrá diciamo celebrato alla prima udienza, che non vuol dire che lí finisca, dopo due anni. Cioé Ali-Ben Mohammed viene processato a cinque anni di distanza dai fatti."

A quel punto?
chiede Santoro

Bruno Trisponde "Carta straccia. Perché tutto si é prescritto."

1 commento:

spadafora live ha detto...

Ipotizziamo un reato classico uno di quelli che e’ nato con l’uomo, il furto, a qualcuno piace qualcosa che non possiede e pensa bene di appropriarsene rubandolo. L’amministrazione a cui e’ demandata il controllo dei reati la polizia (sempre che abbia la benzina per controllare), lo riesce ad arrestare i poliziotti svolgono bene il loro lavoro e dopo 5/6 ore passate a riempir scartoffie (con lo straordinario che non gli pagano), riescono ad incarcerarlo, il carcere più vicino e’ pieno e il PM lo scarcererà (anche se ci sono carceri nuove e non usate), sarà denunciato a piede libero e intanto sta fuori, l’amministrazione della giustizia a questo punto si attiva ed inizia il suo giusto processo che però sarà lunghissimo, per tantissimi motivi (mancanza di risorse, lavoro arretrato, farraginosità dei procedimenti), e non si concluderà prima di 7/8 anni, ma quando ciò avverrà il reato sarà prescritto perciò il ladro non sarà punito, e se cosi non fosse ci penserà un altro indulto (per svuotare le carceri senza sapere che ce ne sono di nuove), a non permettere al malcapitato di vedere il sole a quadri. La classe politica metterà del suo in questa situazione non facendo nulla che aiuta le altri amministrazioni ad uscire da quest’impasse anzi, con i vari ministri dell’Ingiustizia farà di tutto per complicare il sistema.

E GIUSTIZIA QUESTA?