26/10/07

Simul stabunt simul cadunt

La Casta Dei Giornali
Così l’editoria italiana si fa sovvenzionare dalla casta dei politici
di Beppe Lopez, Stampa Alternativa, 15 ottobre 2007

Anche le più recenti e clamorose inchieste che hanno puntato l’indice contro la “casta” e i “costi” della politica glissano su uno dei più grossi scandali politico-amministrativi degli ultimi decenni: il finanziamento statale dei giornali.
Eppure un portentoso flusso di danaro pubblico, calcolato sui 700 milioni di euro in un anno, finisce per mille rivoli, sotto forma di contributi diretti o indiretti – attraverso una stratificazione di norme clientelari, codicilli, trucchi e vere e proprie truffe – nelle casse di grandi gruppi editoriali, organi di partito, cooperative, giornali e giornaletti, agenzie, radio e Tv locali, ma anche di finti giornali di finti “movimenti” e di cooperative fasulle.
Rimpolpando gli utili degli azionisti di grandi testate in attivo. Alimentando sottogoverno e clientele. E consentendo illecite rendite e privilegi mediatici a un esercito di “amici degli amici”.
Un dossier/pamphlet su un intricato caso di rapina delle risorse pubbliche e di distorsione del mercato e della vita democratica indispensabile per capire lo stato di mortificazione dell’informazione in Italia e la sua riduzione a “specchio del diavolo” della casta del Potere. (www.stampalternativa.it)

ROMA - In un periodo in cui l’aureo mondo dei politici è messo alle strette dai cittadini perché riconosciuti appartenenti a una casta dai diffusi privilegi a spese dello Stato, quindi nostre, va venendo alla luce un altro flusso di danaro pubblico, circa 700 milioni di euro se non di più, che ogni anno attraverso mille rivoli, sotto forma di contributi diretti o indiretti e una stratificazione di norme clientelari, codicilli, trucchi e truffe finanziano i giornali. Ne parla senza peli sulla lingua il libro di Beppe LopezLa casta dei giornali. Così l’editoria italiana si fa sovvenzionare dalla casta dei politici” (Stampa Alternativa, Rai-Eri, pagg. 128, €10,00), uscito il 15 ottobre e presentato nella sala ‘Walter Tobagi’ della Federazione Nazionale della Stampa.

Lo scandalo più clamoroso che emerge è che la straordinaria entità di esborso pubblico è stato sostanzialmente nascosto ai lettori e ‘trascurato’ dai giornali, che si sono macchiati di collusione e omertà, venendo meno all’etica deontologica e al principio tanto elementare quanto fondamentale di dare le notizie.

Per Marcelle Padovani, corrispondente del Nouvel Observateur, è proprio “la non trasparenza, il complotto del silenzio” la cosa più grave della questione e non il finanziamento in sé che lo Stato eroga anche per il cinema e il teatro. Per Carlo Freccero l’aiuto economico alla stampa si somma ai privilegi della casta politica, creando un nuovo conflitto d’interesse. “Da un lato - dice - si finanziano i giornali per garantirne l’indipendenza, dall’altro rappresenta un modo per impedire ai giornali stessi di far luce sui finanziamenti, imponendo l’interdetto a criticare quella classe politica grazie alla quale vi hanno avuto accesso”.

Un avvio alla soluzione potrebbe essere lo scollamento fra informazione e politica? “I giornali - dichiara ad Affari Arturo Diaconale, direttore de L’Opinione - vengono sostenuti e finanziati perché strumenti di pluralismo, di idee. Sicuramente una divisione tra la politica e i giornali è fattibile e i giornali di partito potrebbero essere finanziati attraverso le provvidenze date per le spese della politica. I giornali di idee sono una cosa diversa”.

Ma quale ruolo deve realmente assumere la stampa? “Non deve essere per definizione appiattita sulla classe politica - continua Diaconale - ma uno stimolo alla stessa classe politica, facendo il proprio dovere: purtroppo non sempre i giornali lo fanno. Mi sembra ingeneroso colpire quelli più deboli. In Italia non c’è un mercato aperto in quanto condizionato: i grandi giornali sono nelle mani di banche ed editori non puri. Anche i soldi che prende la Rai distorcono il mercato”.

A livello di normative, com’è attualmente la situazione? Nel suo intervento, Ricardo Franco Levi, giornalista e sottosegretario per l’Informazione e l’editoria, riconosce che è stato necessario fare qualcosa in proposito per l’occasionalità e l’emergenza con cui sono state emesse le leggi in vigore, per la dimensione dell’intervento statale e per lo sconvolgimento causato dalle innovazioni tecnologiche. “Internet - sottolinea Levi - ci ha insegnato che conta il contenuto, l’elemento dell’informazione, che il prodotto editoriale è ciò che diffonde cultura e intrattenimento quale che sia il mezzo”. Ha poi ricordato che sul sito della Presidenza del Consiglio alla voce Dipartimento Editoria e informazione ci sono tutti i dati sui finanziamenti pubblici ai giornali e in tal senso “non esiste altro Paese europeo più trasparente”. Il Governo ha definitivamente approvato il Decreto Legge sulla riforma complessiva del settore e nei prossimi giorni sarà sottoposto all’esame della Camera in modo che possa iniziare il suo percorso parlamentare.

Beppe Lopez, autore del volume, ricorda come tale sistema aumenti la milano-centralità e la roma-centralità dei giornali, la loro autoreferenzialità, manipolando la circolazione delle idee e dando a vita un sostegno che si trasforma in un blocco di rendite parassitarie.

Giovanni Zambito (canali.libero.it/affaritaliani/culturaspettacoli/giornali.htm)

1 commento:

spadafora live ha detto...

hai perfettamente ragione quando parli di caste giornalistiche, purtronno nella situazione in cui siamo, una parte della colpa e' anche dei giornalisti pronti a vendersi ai potenti di turno