18/01/08

Così fan tutte.... Di F. Merlo su Repubblica

Condivido in gran parte sia le parole di Francesco Merlo e ne trascrivo uno stralcio. L'articoo intero si può leggere su Repubblica di oggi.

....Così stando le cose, è evidente che per un vero, grande statista è meglio essere ammogliati. Non puoi gestire un territorio né governare una Regione se sei single, se sei solo. Chi ci metti nel posto di maggiore responsabilità? Chi fai eleggere presidente del Consiglio regionale se non hai neppure una moglie, una fedele Sandra?
La disperazione di Mastella intenerisce anche noi, ma al tempo stesso ci lascia sbigottiti. Ci smonta l'ingenuità infantile del "così fan tutti, perché perseguitate solo me?". Ma c'è di più: non solo Mastella pensa di fare quel che tutti fanno, ma pensa anche che sia giusto. Con tutta l'anima crede che la politica, la buona politica, sia controllare la macchina, surrogare competenze anche di ginecologia e di oncologia, impossessarsi della leva, non stabilire direzioni e marce ma sistemarsi e sistemare nella cabina di comando tutti i propri familiari, il proprio clan, la propria tribù: "E' possibile che noi dell'Udeur non abbiamo un ginecologo ? Come possiamo permettere che si vada da un medico che è fratello di uno di Forza Italia?".

Certo, è sincera la disperazione di Mastella, ma è anche disperante perché Mastella, come dice spesso, si sente Mastellik, un apota che nessuno si mette in tasca, che nessuno può imbrogliare, il più ganzo e il più ganzamente specchiato, onestissimo italiano ruspante, familista fatto in casa come le torte di Ceppaloni: "Mi dimetto perché tra la famiglia e il potere scelgo la famiglia".

Ecco: Mastella è disperante perché neppure gli passa per la mente di essere, lui, proprio in virtù di questo eccitato familismo di Stato di cui va fiero - lo stesso che travolse il governatore e la governatora della Banca d'Italia - uno dei protagonisti dello sfascio del paese. E' difficile essere ottimisti ma mai l'Italia potrà risollevarsi se non comincia a dividere le ragioni dello stato dalle ragioni della famiglia. Attenzione alla giustizia, però. E' vero che la politica continua a perdere la faccia.

Ad ogni intercettazione, ad ogni retroscena, ad ogni rivelazione non viene fuori il reato della politica, ma la mancanza di dignità della politica. E la dignità, almeno per noi, vale più del Diritto. Dietro la foglia di ogni banale fatto di cronaca, troppo spesso spacciato per delitto, sta sempre e comunque nascosto il fico groviglioso di sciatteria e di immondizia politiche. E qui, nella mastelleide, abbiamo addirittura la prova che non c'è più differenza tra un ospedale e il Tg1, che l'occupazione del potere è la stessa dappertutto, dalla Rai sino all'ultimo spazzino comunale. L'importante è allocare uomini di fiducia, come una volta i campieri agli angoli del latifondo.
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.....Diciamo la verità: da quel che sinora è venuto fuori, quest'inchiesta sembra appartenere alla famiglia delle inchieste di Potenza, a quelle indagini italiane, sempre più frequenti, che non al codice penale rimandano ma al moralismo ideologico e alla giustizia spettacolo, alla ruota del pavone. Perciò, come dicevamo, in questa vicenda giudice e imputato finiscono con il somigliarsi.

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