17/02/08

PDL-AN - Mario Landolfi

INDAGATO
accusato di corruzione e truffa "con l'aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre

Mario Landolfi (Mondragone, 6 giugno 1959) è un politico italiano.
È presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisi (la cosidetta "Commissione di vigilanza RAI"). Conserva anche la carica di coordinatore di Alleanza Nazionale della regione Campania.
(Wikipedia)

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Il padrone di Mondragone
di Gianluca Di Feo

Una città in mano alla camorra. Che viene a patti con la politica per gestire il business della spazzatura. Le accuse contro Mario Landolfi, volto pulito di An
Mondragone è un paesone del Casertano, ricco di storia e povero di lavoro: uno dei tanti in Campania. Lì un graduato dei vigili urbani chiedeva le mazzette ai venditori del mercato, come forse accade in tanti paesi. Un sindacalista degli ambulanti si presentò ai magistrati e denunciò tutto: e forse anche questo accade in molti comuni. Solo che nel 2002, alla vigilia del processo contro il vigile, il sindacalista venne assassinato. E questo è accaduto solo a Mondragone. Perché secondo i magistrati allora come oggi lì i confini tra camorra e pubblica amministrazione sono così confusi che non si capisce più dove finiscano i partiti e comincino i clan.

Con una certezza: i feroci padrini dei Casalesi contano più dei politici. Una regola che avrebbe una sola eccezione: Mario. Nelle intercettazioni che hanno registrato il sistema di potere di Mondragone 'Mario' è quasi una parola magica. Basta pronunciare quel nome per risolvere crisi di giunta, farsi assumere, trovare la strada per ottenere la certificazione antimafia. Non un Mario qualsiasi: secondo i pm si tratta di Mario Landolfi, ex ministro e attuale presidente della Commissione di vigilanza della Rai.

Landolfi è sempre stato presentato come il volto pulito di An: fedelissimo a Gianfranco Fini, insediato due anni fa nello strategico dicastero delle Telecomunicazioni, appena confermato nel vertice di Alleanza nazionale. L'unica vicenda che lo vide protagonista negativo fu quel foglietto sventolato da Gad Lerner nel giorno delle dimissioni dal Tg1: "Landolfi mi ha chiesto: 'Ci sarebbe questa persona da sistemare...'". Invece quella che lo vede accusato di corruzione e truffa "con l'aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre" è tutt'altra storia.

Mondragone è la sua città: Landolfi è nato lì e quello è il suo collegio elettorale. Non si perde un'inaugurazione e durante il governo del centrodestra non ha lesinato attenzioni e fondi. Ma per la direzione distrettuale antimafia di Napoli in più occasioni l'ex ministro avrebbe violato la legge. Contro di lui ci sono soprattutto le telefonate di Raffaele Chianese, ex vicesindaco, amico e collaboratore che lo seguì a Roma come capo dello staff ministeriale. E ci sono le accuse dei fratelli Orsi: due imprenditori diventati i re dei rifiuti in Campania grazie al legame con la camorra e le relazioni politiche a destra e sinistra. Perché al centro di questa storiaccia ci sono proprio gli appalti dell'immondizia, il grande business sporco che avvelena l'intera regione.

Le dichiarazioni raccolte dagli investigatori oscillano tra il folcloristico e l'inquietante. La materia prima sono i posti di lavoro: il mattone che serve a costruire il sistema di potere. Quando i politici chiedevano, il contratto doveva spuntare fuori a tutti i costi. Spiega Michele Orsi: "Circa il 70 per cento delle assunzioni poi operate erano inutili ed erano motivate per lo più da ragioni politico-elettorali, richieste da Landolfi, Valente (il presidente del consorzio comunale, ndr) e Cosentino (il coordinatore regionale di Forza Italia, ndr)... Molte delle assunzioni erano non solo inutili ma sostanzialmente fittizie, dato che questi non svolgevano alcuna attività". Questi 'favori' poi diventavano voti. Chianese, il 'braccio destro' di Landolfi nel raccomandare un uomo vicino alle cosche sottolinea: "Quello vale cento voti!". E Orsi replica promettendo il contratto: "Tieni presente che siamo vicini a te e Mario per queste elezioni. Qualunque cosa...". La risposta? "Grazie, a buon rendere".

Spiega uno dei pentiti di questo romanzo criminale: "Quasi tutte le persone che a Mondragone lavorano per la nettezza urbana sono state raccomandate dal clan. Qualunque iniziativa volessero prendere i lavoratori dovevano concordarla con il clan, compreso l'iscrizione al sindacato o iniziative di protesta. Mi risulta che nel corso degli anni sono stati organizzati dalla cosca vari pranzi elettorali per cercare di far votare tutti i dipendenti della nettezza urbana per una certa persona. Certamente è stato organizzato un incontro per far votare Paolo Russo (onorevole di Forza Italia, ndr). Per le ultime politiche è stato organizzato un rinfresco a favore di Landolfi a cui pure hanno partecipato tutti i dipendenti della nettezza urbana. In quest'ultima occasione il clan si è occupato soltanto di far andare tutti all'incontro" (22/11 2007, Espresso)

Da quando, inaspettatamente per lui, è diventato presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai, non perde occasione per mostrare la sua "gratitudine" ai suoi sponsor: Silvio Berlusconi e Italo Bocchino. Mario Landolfi, l'ariete di Berlusconi (27/3 2001, Lo Scettro)

Landolfi oggi è presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai. Se fosse nato in Inghilterra, invece che in Italia, si sarebbe già dimesso: chi non riesce a vigilare sul proprio segretario è difficile che riesca a vigilare su un'azienda con migliaia di dipendenti.

Anzi, mi correggo, Landolfi anche nel Regno Unito non si sarebbe dimesso. A Londra, infatti, un incarico come il suo non esiste. Oltremanica non è il parlamento a vigilare sulla Bbc, ma è la Bbc che vigila sull'attività dei parlamentari e dei loro collaboratori. Una differenza che spiega bene perché questa singolare notizia, come quella dell'apertura di un'indagine per corruzione contro lo stesso Landolfi, sul piccolo schermo non abbia di fatto trovato spazio.
(Link)

Landolfi non aveva nessun controllo sul suo ex-segretario.


Giovedì 21 dicembre, mentre Mario Landolfi criticava il comportamento del Tg1 sulla diffusione delle intercettazioni di Silvio Berlusconi, i carabinieri arrestavano l'ex capo della sua segreteria personale al ministero. Cosimo Chianese, imprenditore di Mondragone, città natale e feudo elettorale di Landolfi, è da sempre uno dei più stretti collaboratori del parlamentare di An. Chianese è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa: assieme al fratello e ad altri familiari avrebbe ottenuto 250 mila euro di finanziamenti pubblici per realizzare dei corsi di formazione professionale mai eseguiti. Una vicenda con un corollario surreale. Scrive il giudice nell'ordine di cattura: «Chianese utilizzava il telefono cellulare intestato al ministero delle Comunicazioni, nella sua disponibilità quale segretario particolare del ministro (Mario Landolfi, appunto) per intrattenere lunghe telefonate con i congiunti al fine di consentire loro l'autoricarica''. Per il gip l'episodio testimonia ''la propensione di Chianese all'approfittamento delle pubbliche risorse''. Ed è singolare notare come i tabulati sui viaggi dei ministri a bordo di motovedette della Guardia di Finanza mostrino Chianese con il ministro in una missione sulla rotta Napoli-Capri... Da un mese Landolfi è anche sotto inchiesta anche con un'accusa molto più grave: corruzione con l'aggravante di avere agevolato un clan camorristico locale. Saranno i magistrati a stabilire la rilevanza delle ipotesi penali. Ma resta una questione etica e politica. La carica di presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, con un ruolo istituzionale così importante in questa stagione, può essere affidata a un personaggio che, quanto meno, non ha saputo vigilare sui suoi più stretti collaboratori? (21/12 07 Spreconi)

3 commenti:

Giulio ha detto...

Arriverà un momento ormai prossimo, in cui i "cavalieri senza macchia" come te dovranno registrare gli esiti della magistratura e magari dovranno chiedere pubbliche scuse all'On Landolfi facendo ammenda.
Mi auguro però che poi ci siano anche una serie di querele per diffamazione.
I giornalisti d'assalto questo lo devono mettere in conto o no??
GIULIO

Anonimo ha detto...

Caro giulio, la tua difesa (spero) disinteressata mi fa capire che non sei di Mondragone, nel caso tu sia mio compaesano e dell'On. Mario(ncello) Landolfi, allora significa che neghi l'evidenza.
Non hai notato i camion con la scritta CHIANESE Trasporti/POSTE ITALIANE??? Ciao da Michele...

Anonimo ha detto...

ladri....vergognatevi