02/06/08

Il baratro della Giustizia

Stasera c'è stato un interessante dibattito sulla situazione della Giustizia su La7 da Exit. Personaggi di rilievo e "puliti" il giornalista Barbacetto, il magistrato Bruno Tinti, poi Sansonetti direttore di Liberazione e Bortolussi segretario della CGIA di Mestre; tra il pubblico, ospiti alcuni rappresentanti degli RDB-CUB del Pubblico Impiego. La presenza del Sen. Maurizio Gasparri capogruppo PdL al Senato e del l’Avv. Giulia Bongiorno Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati non è stata tale da farci sentire fieri dei nostri rappresentanti politici. In particolare il solito Gasparri si è distinto per la malafede delle sue risposte, sempre poco soddisfacenti, elusive e minimizzatrici e per gli insulti gratuiti al giornalista Barbacetto. Come ha fatto capire alla fine Tinti: se questi sono gli uomini che decidono meglio non chiedere nulla perchè quando fanno, fanno solo guai.

Da Agorà Magazine

Personale ridotto all’osso e nemmeno l’ombra di un computer. Tribunali fatiscenti e nessun rispetto delle norme antincendio nei tribunali. Così Claudio Castelli (Capo dipartimento del Ministero) dipinge la giustizia italiana in una relazione consegnata il 12 maggio al ministro Alfano.


I denari destinati ai palazzi d giustizia sono “del tutto insufficienti” (cap. 4). Nel 2008 furono stanziati 34 milioni. Ne servirebbero 700 , per mettere in regola tribunali e procure. Entro il 2009, del resto, anche gli edifici giudiziari dovranno rispettare la nuove norme antincendio, varate con decreto del Viminale nel dicembre 2005. Un’utopia, secondo la relazione di via Arenula: “In assenza di interventi, alla scadenza del termine larga parte dei palazzi di giustizia saranno semplicemente inagibili e dovranno quindi essere chiusi".

Il numero di dipendenti è in caduta libera. Nel 2001 erano 44.027. Oggi a pilotare la macchina della giustizia sono in 40.500. “Il costante e allarmante calo”, si legge nella relazione, sta trasformando "il personale giudiziario in una sorta di personale ad esaurimento". Col blocco delle assunzioni l’età media è schizzata a 47 anni. Dato preoccupante. Difficile per gli over 40 familiarizzare con Pc ed internet, snellendo così la burocrazia delle toghe. "La necessità di procedere a nuove assunzioni è ormai impellente", recita il documento che giace sulla scrivania del ministro Alfano.

Al primo marzo 2008 i magistrati sono 9.153. All’appello ne mancano 956. Ma i posti vacanti saranno assegnati per concorso entro il 2010. Nell’attesa, lavoro extra per le toghe in servizio. Nemmeno i dirigenti se la passano bene. L’organigramma prevede 408 manager di seconda fascia. Al primo maggio se ne contano 253, con un buco di 155 unità.

Il personale a disposizione è tenuto a stecchetto. Dimezzate le risorse per acqua, luce, gas, benzina, autovetture. Si è passati dai 202 milioni del 2002 ai 107 milioni del 2006. Poi un lieve miglioramento nel 2007, fino al tracollo del 2008. “Particolarmente preoccupante - si legge - è la situazione delle spese di cancelleria e per il funzionamento degli uffici, ed il radicale taglio degli investimenti per l’informatica, scesi dai 47.693.081 del consuntivo 2002 ai 27.655.000 del 2008".

Ma in fondo al tunnel si scorge una luce. Solo per il 2007, lo Stato deve incassare 502 milioni 826 mila di euro da spese processuali, pene pecuniarie e sanzioni amministrative. Un “tesoretto” in grado di resuscitare l’agonizzante macchina della giustizia. Ad oggi sono rientrati solo 43.5 milioni, il 7% appena. E non è tutto. Nei conti correnti dei tribunali sono parcheggiati 1 miliardo 599 milioni. Frutto del sequestro di capitali illeciti, ma anche dei depositi penali e civili. Il governo Prodi ha creato una società (che fa capo ad Equitalia) col compito di recuperare l’enorme patrimonio. Non tutta la torta andrà a risanare tribunali e procure. Ma uno spicchio, nei palazzi giustizia sperano di si. L’ultima parola spetta a Berlusconi. Non esattamente il miglior amico delle toghe.

Nessun commento: